«

»

feb 08

Uso del bifido in Celiachia?

Parliamo di celiachia: la celiachia è un’intolleranza al glutine che colpisce 10 italiani su mille, ma in media solo 2 di loro sanno di esserlo; infatti nei casi in cui la predisposizione genetica alla malattia non è accentuata, i sintomi possono essere confusi e quindi non si arriva alla sua diagnosi. Quando la predisposizione genetica è molto accentuata la celiachia esordisce in età precoce con sintomi chiari: il bambino soffre di diarrea cronica o vomito, inappetenza e cresce poco.

I danni che la celiachia non riconosciuta provoca possono essere molto gravi, infatti l’infiammazione della mucosa intestinale provoca una risposta che colpisce tutto l’organismo e può dare il via ad altre malattie autoimmuni come il diabete (il 5-6% dei diabetici ha anche la celiachia)

I sintomi consistono in infiammazione intestinale, anemia e aumento delle transaminasi.

In pratica il glutine (complesso di proteine che si trovano nel grano, segale e orzo) in alcune persone geneticamente predisposte, provoca una reazione del sistema immunitario che porta alla distruzione dei villi intestinali (strutture a bastoncello della parete dell’intestino tenue deputate all’assorbimento dei nutrienti ingeriti con il pasto).

Oggi l’unico rimedio contro la celiachia è evitare di ingerire il glutine e quindi evitare alimenti che contengono farine di grano, segale o orzo. L’industria alimentare oggi propone molte varietà di prodotti come pasta, pizza e biscotti privi di glutine.

La ricerca studia strade alternative cominciando dalla prevenzione. Si sa che un bambino più a lungo viene allattato al seno, minore è il rischio che sviluppi la celiachia. Inoltre sembra che l’introduzione tardiva del glutine nella dieta (a 12 mesi invece che a 6) eserciti una protezione.

Studi recenti hanno evidenziato legami tra la celiachia e la microflora intestinale: nella microflora intestinale di un celiaco ci sono quote più alte del normale di batteri “cattivi” (Becteroides-Prevotella e Escherichia Coli) e meno di batteri “buoni” (come i Bifidobatteri); e la somministrazione di Bifidobatteri in età infantile porterebbe a una diminuzione dell’infiammazione dell’intestino e alla capacità di modulare lo sviluppo del sistema immunitario nelle prime fasi della vita. Un bambino a rischio genetico di celiachia ha una flora batterica intestinale diversa da quella degli altri bambini, e questo suggerisce che l’alterazione della flora batterica potrebbe essere la causa dell’insorgenza della celiachia.

A conferma di ciò si è anche osservato che in un adulto affetto da celiachia anche quando viene eliminato il glutine dalla dieta, la flora batterica non si ripristina. Da questo studio si deduce che l’uso di bifido batteri può essere di aiuto sia nella prevenzione della malattia per i bambini, sia come aiuto nei soggetti che hanno già la malattia conclamata.